28/01/14

INTERVISTA. Versione Originale

A continuazione la intervista completa con domande di Filippo Bordignon, per il Giornale di Vicenza,  e risposte della 3ee-d Blues Band.
Sul quotidiano per ovvie questioni di spazio é stata riflessa l'essenza di tutto questo, magistralmente cucite dalla penna di Filippo Bordignon. Ritmo e semplicità... come le cose che ci piacciono. grazie al giornalista e a chi vorrá leggere l'intero contenuto delle nostre riflessioni.


TAM TAM. Giornale di Vicenza. 21 Gennaio 2013


1) quando il blues non vi piace proprio (o amate proprio tutto all'interno di questo genere?) ?

Sotto la etichetta Blues rientrano tante cose. Ha origine storicamente alla fine del 1800, ma della sua struttura ne é piena la musica contemporanea.
All' interno della band abbiamo gusti diversi, che ruotano tutti attorno al blues inteso non come successione di accordi, ma come sentimento e motivazione . Nel trio c'e' chi si interessa di più al blues rurale e di chicago, altri alle derivazioni swing e jazz.
Ogni sfumatura è interessante quando mantiene il sentimento del blues, quella vibrazione, quella libertà e intensità interpretativa. Quando questo non si percepisce, e sfoga in tecnicismi e virtuosismi, allora perde il nostro interesse.


2) cosa può far naufragare un blues?

È una domanda interessante... Ne diamo una interpretazione libera.
Di questo parlano spesso i testi dei pezzi che componiamo.
Del blues ci interessa la componente di improvvisazione. In questo senso il blues è una specie di metafora della vita.
Come ben dici, il blues è come una nave alla deriva. Nave carica di molte storie, di molte vite. Un bastimento su cui imbarcare, ma senza essere certi della destinazione.
Nel blues ti giochi tutto, improvvisi, pensi di sapere dove sei e dove vai, ma succede che ti puoi perdere. E ti converti in un naufrago.
Ma non succede niente. C'è da alzarsi e riprendere. Altri giri ti si presentano davanti per improvvisare, e un giorno giungerà il tuo assolo, quello della tua vita!
3) quando possiamo dire che un musicista ha 'il blues'? o è solo una questione di note e accordi?
Non è certamente una questione di armonia musicale. E nemmeno è cosa certa che un musicista sia o non sia blues. In realtà nel blues nulla è certo.
Blues è una parola interessante, che è allo stesso tempo definizione di uno stile musicale ma anche di un sentimento: sentirsi blues. E' uno stato emotivo che ti sorprende, viene a visitarti, e alle volte, si infila fra corde di chitarre, corde vocali o di un pianoforte.
Allora tutto è completo, intenso. Muddy Waters, padre del blues moderno, disse. "Il blues non c'è sempre. Ma se ti fa visita mentre ti trovi sul palco, non ce n'é per nessuno".
Alle volte ci piace sentire il blues di un musicista nei puoi silenzi, gli spazi che è capace di lasciare, e che fanno vibrare l'anima come una cassa di risonanza.
Nei silenzi c'e' il Blues. In una canzone e nella vita.
4) possibile rinnovare il genere? chi sono dal vostro punto di vista i personaggi che lo stanno rinnovando?
Non riteniamo vitale rinnavare ogni cosa. Quando ci sono dei punti di riferimento, è più interessante personalizzare le cose, interiorizzarle, senza l'affanno creativo di voler innovare. Preferiamo avanzare con una maturazione musicale e personale spontanea; se poi ne deriva un rinnovamento del genere, a nostra insaputa, senza volerlo,...bhe, tanto meglio! Ma non è certo la nostra preoccupazione.
Evidentemente per altri non è così, e la cosa è rispettabile. In questo senso sono interessanti i lavori di R.L.Burnside, originario del Mississippi. Nel 1998 incide l'album “Come On In”, con più di ottant'anni sul collo, dedicati alla campagna e alla pesca. Convinto dal produttore suo nipote Cedric, fonde la crudezza del blues rurale con sonorità contemporanee di musica elettronica, loop e remix. Non perde il feeling, e le sonorità sono tutte nuove. Un bell'esperimento.
Pensiamo invece che sia abbastanza innovatore e originale il nostro formato di live, in cui teatralità e musica si fondono, dando al pubblico la occasione di tornare a casa dal concerto sapendo qualcosa di più sul blues.
5) Progetti futuri (oltre al suonare live) ?

Il live è la nostra essenza. Sia il lavodo di composizione che di registrazione, viene fatto in presa diretta, suonando all'unisono, lasciando fluire il feeling e l'improvvisazione.
Abbiamo poi in attivo un progetto che va oltre la musica, che si mescola con il teatro e la pittura. La performance si chiama "Blues. Tecnica mista", e lo portiamo in scena da qualche con la collaborazione dell' artista Stefania Albiero. Porteremo lo spettacolo nuovamente a Madrid questa primavera, e speriamo presto di poter programmare ancora a Vicenza la performance.
Abbiamo avviato una interessante collaborazione con il poeta e scrittore madrilegno Javier del Sastre, che ha scritto il testo del nostro ultimo pezzo Inesless; continueremo a comporre brani nostri, e cercheremo l'occasione per registrare un cd con le nostre canzoni, per ora raccolte in varie demo non in commercio. Purtroppo però le condizioni discografiche sono molto complicate al giorno d'oggi.

6) quali sono gli artisti che più vi hanno influenzato e perchè?
Sicuramente fra le nostre note piú rudi si percepiscono gli echi di quelle di Muddy Waters, sia nella suo suono rurale che in quello elettrico. Di fatto lui e la sua vita sono fonti di leggende e aneddoti che arricchiscono i nostri spettacoli. La semplicità e chiarezza dei suoi brani e  energia interpretativa sono sicuramente nostri referenti in quanto al repertorio di cover.
I pezzi di nostra composizione si avvicinano in quanto a sonorità al jazz,  potremo citare George Benson, Pat Metheny e ultimo ma non per importanza Wes Montgomery. Fra le righe si forse intuire anche il primo Pino Daniele; in questo caso è una coincidenza non voluta, qualcosa che nasce spontaneamente, forse perchè nel fondo piacciono le stesse cose. Coincidenze significanti, comunque, che fanno onore.



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